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"Ordinata da Vittorio Gregotti e Umberto Eco, la mostra sul Tempo libero fu uno degli episodi figurativo-teatrali più significativi del fermento neoavanguardistico che interessò l'Italia dei primi anni Sessanta. Architettura, letteratura, arti visive, cinema e musica convergevano - nel senso della tradizione modernista della Sintesi dell Arti - a creare una sorta di macchina narrativa integrale, che traduceva in termini spaziali i procedimenti della pagina letteraria. L'architettura si faceva spazio performativo, coinvolgendo attivamente il pubblico, attore e spettatore allo stesso tempo. In questo che è il primo studio specificamente dedicato all'allestimento, l'autore ricostruisce il percorso espositivo della mostra per mettere in luce il dialogo che in queste sale intercorre tra il dibattito del Gruppo 63, le avanguardie architettoniche europee, la Pop Art statunitense e gli ambienti spaziali di Lucio Fontana. Questo labirinto di specchi e illuminazioni al neon ha nell'immersività degli spazi uno dei tratti più distintivi, che l'autore interroga alla luce di una pratica oggi dilagante in ambito non solo estetico, proponendo così una disamina innovativa circa il fenomeno e la rilevanza attuale della neoavanguardia italiana. Il volume ripropone inoltre per la prima volta testi di Umberto Eco, Vittorio Gregotti, Enrico Filippini e Gillo Dorfles relativi all'allestimento della XIII Triennale"-- Provided by publisher.
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"Ordinata da Vittorio Gregotti e Umberto Eco, la mostra sul Tempo libero fu uno degli episodi figurativo-teatrali più significativi del fermento neoavanguardistico che interessò l'Italia dei primi anni Sessanta. Architettura, letteratura, arti visive, cinema e musica convergevano - nel senso della tradizione modernista della Sintesi dell Arti - a creare una sorta di macchina narrativa integrale, che traduceva in termini spaziali i procedimenti della pagina letteraria. L'architettura si faceva spazio performativo, coinvolgendo attivamente il pubblico, attore e spettatore allo stesso tempo. In questo che è il primo studio specificamente dedicato all'allestimento, l'autore ricostruisce il percorso espositivo della mostra per mettere in luce il dialogo che in queste sale intercorre tra il dibattito del Gruppo 63, le avanguardie architettoniche europee, la Pop Art statunitense e gli ambienti spaziali di Lucio Fontana. Questo labirinto di specchi e illuminazioni al neon ha nell'immersività degli spazi uno dei tratti più distintivi, che l'autore interroga alla luce di una pratica oggi dilagante in ambito non solo estetico, proponendo così una disamina innovativa circa il fenomeno e la rilevanza attuale della neoavanguardia italiana. Il volume ripropone inoltre per la prima volta testi di Umberto Eco, Vittorio Gregotti, Enrico Filippini e Gillo Dorfles relativi all'allestimento della XIII Triennale"-- Provided by publisher.
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"Ordinata da Vittorio Gregotti e Umberto Eco, la mostra sul Tempo libero fu uno degli episodi figurativo-teatrali più significativi del fermento neoavanguardistico che interessò l'Italia dei primi anni Sessanta. Architettura, letteratura, arti visive, cinema e musica convergevano - nel senso della tradizione modernista della Sintesi dell Arti - a creare una sorta di macchina narrativa integrale, che traduceva in termini spaziali i procedimenti della pagina letteraria. L'architettura si faceva spazio performativo, coinvolgendo attivamente il pubblico, attore e spettatore allo stesso tempo. In questo che è il primo studio specificamente dedicato all'allestimento, l'autore ricostruisce il percorso espositivo della mostra per mettere in luce il dialogo che in queste sale intercorre tra il dibattito del Gruppo 63, le avanguardie architettoniche europee, la Pop Art statunitense e gli ambienti spaziali di Lucio Fontana. Questo labirinto di specchi e illuminazioni al neon ha nell'immersività degli spazi uno dei tratti più distintivi, che l'autore interroga alla luce di una pratica oggi dilagante in ambito non solo estetico, proponendo così una disamina innovativa circa il fenomeno e la rilevanza attuale della neoavanguardia italiana. Il volume ripropone inoltre per la prima volta testi di Umberto Eco, Vittorio Gregotti, Enrico Filippini e Gillo Dorfles relativi all'allestimento della XIII Triennale"-- Provided by publisher.
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"Ordinata da Vittorio Gregotti e Umberto Eco, la mostra sul Tempo libero fu uno degli episodi figurativo-teatrali più significativi del fermento neoavanguardistico che interessò l'Italia dei primi anni Sessanta. Architettura, letteratura, arti visive, cinema e musica convergevano - nel senso della tradizione modernista della Sintesi dell Arti - a creare una sorta di macchina narrativa integrale, che traduceva in termini spaziali i procedimenti della pagina letteraria. L'architettura si faceva spazio performativo, coinvolgendo attivamente il pubblico, attore e spettatore allo stesso tempo. In questo che è il primo studio specificamente dedicato all'allestimento, l'autore ricostruisce il percorso espositivo della mostra per mettere in luce il dialogo che in queste sale intercorre tra il dibattito del Gruppo 63, le avanguardie architettoniche europee, la Pop Art statunitense e gli ambienti spaziali di Lucio Fontana. Questo labirinto di specchi e illuminazioni al neon ha nell'immersività degli spazi uno dei tratti più distintivi, che l'autore interroga alla luce di una pratica oggi dilagante in ambito non solo estetico, proponendo così una disamina innovativa circa il fenomeno e la rilevanza attuale della neoavanguardia italiana. Il volume ripropone inoltre per la prima volta testi di Umberto Eco, Vittorio Gregotti, Enrico Filippini e Gillo Dorfles relativi all'allestimento della XIII Triennale".
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Il presente volume affronta per la prima volta l'ambito dei rapporti italo-svizzeri da una prospettiva metodologica che fa riferimento agli studi culturali, alla storia delle idee e alla storia degli intellettuali. In una serie di saggi - basati su documenti spesso inediti scaturiti dallo scavo archivistico che le autrici e gli autori hanno condotto nell'ambito del progetto ricerca FNS «La gita a Chiasso. Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Italia e Svizzera (1935-1965)» - si ricostruisce la complessa mappa delle relazioni che tra gli ultimi anni del regime fascista e l'immediato dopoguerra stava alla base della mediazione culturale tra i due paesi. Emergono così nodi e crocevia di una rete che attraversa i confini, in cui si intrecciano interessi culturali, economici e politici.
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"Ordinata da Vittorio Gregotti e Umberto Eco, la mostra sul Tempo libero fu uno degli episodi figurativo-teatrali più significativi del fermento neoavanguardistico che interessò l'Italia dei primi anni Sessanta. Architettura, letteratura, arti visive, cinema e musica convergevano - nel senso della tradizione modernista della Sintesi dell Arti - a creare una sorta di macchina narrativa integrale, che traduceva in termini spaziali i procedimenti della pagina letteraria. L'architettura si faceva spazio performativo, coinvolgendo attivamente il pubblico, attore e spettatore allo stesso tempo. In questo che è il primo studio specificamente dedicato all'allestimento, l'autore ricostruisce il percorso espositivo della mostra per mettere in luce il dialogo che in queste sale intercorre tra il dibattito del Gruppo 63, le avanguardie architettoniche europee, la Pop Art statunitense e gli ambienti spaziali di Lucio Fontana. Questo labirinto di specchi e illuminazioni al neon ha nell'immersività degli spazi uno dei tratti più distintivi, che l'autore interroga alla luce di una pratica oggi dilagante in ambito non solo estetico, proponendo così una disamina innovativa circa il fenomeno e la rilevanza attuale della neoavanguardia italiana. Il volume ripropone inoltre per la prima volta testi di Umberto Eco, Vittorio Gregotti, Enrico Filippini e Gillo Dorfles relativi all'allestimento della XIII Triennale".
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Il presente volume affronta per la prima volta l'ambito dei rapporti italo-svizzeri da una prospettiva metodologica che fa riferimento agli studi culturali, alla storia delle idee e alla storia degli intellettuali. In una serie di saggi - basati su documenti spesso inediti scaturiti dallo scavo archivistico che le autrici e gli autori hanno condotto nell'ambito del progetto ricerca FNS «La gita a Chiasso. Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Italia e Svizzera (1935-1965)» - si ricostruisce la complessa mappa delle relazioni che tra gli ultimi anni del regime fascista e l'immediato dopoguerra stava alla base della mediazione culturale tra i due paesi. Emergono così nodi e crocevia di una rete che attraversa i confini, in cui si intrecciano interessi culturali, economici e politici.
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"Ordinata da Vittorio Gregotti e Umberto Eco, la mostra sul Tempo libero fu uno degli episodi figurativo-teatrali più significativi del fermento neoavanguardistico che interessò l'Italia dei primi anni Sessanta. Architettura, letteratura, arti visive, cinema e musica convergevano - nel senso della tradizione modernista della Sintesi dell Arti - a creare una sorta di macchina narrativa integrale, che traduceva in termini spaziali i procedimenti della pagina letteraria. L'architettura si faceva spazio performativo, coinvolgendo attivamente il pubblico, attore e spettatore allo stesso tempo. In questo che è il primo studio specificamente dedicato all'allestimento, l'autore ricostruisce il percorso espositivo della mostra per mettere in luce il dialogo che in queste sale intercorre tra il dibattito del Gruppo 63, le avanguardie architettoniche europee, la Pop Art statunitense e gli ambienti spaziali di Lucio Fontana. Questo labirinto di specchi e illuminazioni al neon ha nell'immersività degli spazi uno dei tratti più distintivi, che l'autore interroga alla luce di una pratica oggi dilagante in ambito non solo estetico, proponendo così una disamina innovativa circa il fenomeno e la rilevanza attuale della neoavanguardia italiana. Il volume ripropone inoltre per la prima volta testi di Umberto Eco, Vittorio Gregotti, Enrico Filippini e Gillo Dorfles relativi all'allestimento della XIII Triennale".
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